Un archivio universitario. Anzi, di
più, un archivio della comunità italo-canadese, con riferimento alle sue radici
culturali, agli avvenimenti che ne hanno segnalato il cammino e trasformato il volto. E tutto su internet, come l’evoluzione dell’archivistica e
della comunicazione esigono.
Il
progetto – ambizioso ma già avviato e quindi non solo “sulla carta”, sebbene
sulla carta non ci starà mai – è del professor Salvatore Bancheri del
Dipartimento di Italiano dell’Università di Toronto,
che lo sta curando per conto del Centro per gli studi Italocanadesi Frank
Iacobucci. ‹‹Si tratta di un archivio digitale – spiega lo stesso professor
Bancheri – che attualmente dispone già di oltre 1,200
voci consultabili da chiunque. È sufficiente digitare l’indirizzo http://anakin.utm.utoronto.ca/~sbancher/index.php
per accedere alla home page dell’archivio. Di qui si
può cominciare a cercare l’argomento preferito, il nome di una persona che può
averne scritto, insomma impostare la ricerca come meglio si crede. Ma si può
anche andare a guardare nell’archivio di Italian
Canadiana, la rivista dello Iacobucci Centre, che a breve tornerà in pubblicazione: abbiamo già alcuni numeri in
preparazione.››
Ma la
vera sfida à un’altra, come spiega lo stesso direttore del Centro Iacobucci:
‹‹Una delle possibilità di questo archivio telematico
– prosegue Bancheri – è quella di iscriversi, e così di poter contribuire a
scrivere o segnalare articoli o pubblicazioni da archiviare. Tutti gli spunti
interessanti saranno poi vagliati dalle persone che stanno già lavorando da due
mesi a questo progetto e inseriti nell’archivio. Questo vuol dire che persone,
enti, mezzi di comunicazione della comunità italocanadese potranno contribuire
a questo archivio, che potrebbe così assumere le sembianze di un grande album
di famiglia della nostra comunità. Se
il messaggio “passa”, nel giro di pochi mesi potremmo avere oltre 120mila voci
al nostro attivo.››
I
progetti non mancano, e Bancheri parla di alcuni di essi,
in particolare: ‹‹Vorremmo diventare “il” centro per le ricerche sulla comunità
italocanadese – spiega – pur consapevoli che esistono altre istituzioni che si
pongono, alcune in ottica diversa, il medesimo obiettivo. Per esempio potremmo
diventare, con l’aiuto degli stessi utenti del sito, un archivio fondamentale
della storia della nostra emigrazione in Canada. Penso all’idea di un recupero
delle varie comunità, che in altri modi già si tenta: ad esempio riuscire a
risalire a quanti “paesani” di una stessa località si sono trasferiti nel corso
degli anni in Canada e, ancor più nel dettaglio, a Toronto. Quanti avevano lo
stesso cognome, eccetera... senza comunque violare la privacy
di nessuno, si intende: le informazioni personali non rientrerebbero mai in un
archivio del genere. E ancora: potremmo costruire un
grande archivio digitale dell’italiese, questa lingua nata dalla contaminazione
tra italiano, dialetti e inglese, sulla quale stanno fiorendo studi. Insomma,
c’è tanto da fare e tante idee da far diventare realtà. Abbiamo solo bisogno
dell’aiuto della comunità nel costruire questo archivio.››
* Alan Patarga è giornalista del Corriere Canadese di Toronto, nella cui
edizione del 28/10/05 è stato pubblicato l’articolo
sopra riprodotto per gentile concessione.
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LETTERATURA CANADESE E ALTRE CULTURE