TRE POESIE
DI MICHAEL MIROLLA
Con versione italiana di Elettra Bedon
Michael Mirolla is a novelist, short story writer, poet and playwright currently
living in
Michael Mirolla è romanziere, scrittore di racconti, poeta e commediografo; vive ora a Toronto, ma ha abitato a lungo a Montreal, ed è
originario del Molise, in Italia. Le sue pubblicazioni comprendono due romanzi
(Berlin e The Boarder) e due
raccolte di racconti (The Formal Logic of
Emotion e Hothouse Loves & Other Tales). Uno dei suoi racconti, "A
Theory of Discontinuous Existence", è stato scelto per The Journey Prize Anthology, uno dei migliori dieci racconti
pubblicati nelle riviste letterarie canadesi nell'anno precedente. Sue brevi prose sono apparse in riviste e antologie come Event's Peace & War Anthology, Telling
Differences: New English Fiction from Quebec, Tesseracts
2: Canadian Science Fiction, Collection of Italian-Canadian Fiction, e New Wave
of Speculative Fiction Book 1. Sue poesie
sono state pubblicate in varie riviste in Canada, negli Stati Uniti e in
Inghilterra.
The Light at the End of the Tunnel
Light.
And time.
You know the two well, don`t you?
An emptiness
in the tunnel. It beats against you
photon by photon. It chips away
at the edges where you exist.
Given enough time, there`d soon be
nothing left.
But light.
At the end
of
the tunnel.
La luce alla fine del tunnel
Luce.
E
tempo.
Vero
che li conosci bene?
Un
vuoto
nel
tunnel. Ti si butta contro
un
fotone alla volta. Scheggia via
i
margini del tuo vivere.
A
dargli tempo abbastanza, presto
non
ci sarebbe più niente.
Soltanto
luce.
Alla
fine
del
tunnel.
The
Day Is a Slow Beetle
The day is a slow beetle,
fed by stone-dropped tears and crusted eyes.
What swiftness in the motion of a head?
The peeling back of tired brains,
a gray landscape unfolding layer on layer.
What swiftness?
Run to a father kept in bed
by pain-drenched rings of smoke that rise
with his sighs.
What swiftness in the motion?
huge ocean of concealing doors,
The laughter of tiny creatures with shiny eyes-
Run … the ominous sound of telephone
at five in the morning.
Melting in the rain, stone
of saltpebbles and … and eyes … and …
and what the hell.
What?
The day is a slow beetle,
a freshly-stuck-in-the-back-with-a-pin-from-a-boy beetle.
Il giorno è un lento scarabeo
Il giorno è un lento scarabeo
nutrito di lacrime gocciate dalla pietra e da
occhi incrostati.
Quale prontezza nel moto di una testa?
Lo sfogliarsi di stanchi cervelli
grigio panorama che si svela uno strato alla
volta.
Quale prontezza?
Correre da un padre costretto a letto
da dolenti anelli di fumo innalzantisi
a ogni suo respiro.
Quale prontezza nel moto?
Un vasto oceano di porte che nascondono.
Il riso di creaturine dagli occhi splendenti –
Corri … stanno sotterrando qualcosa.
Cosa?
Corri … il suono sinistro del telefono
alle cinque di mattina.
Sciolti alla pioggia, ciottoli
di salnitro e … occhi … e …
e va’ al diavolo.
Cosa?
Il giorno è un lento scarabeo,
un insetto che
un-ragazzo-ha-appena-infilzato-nel-dorso-con-uno-spillo.
Salvation
A silver puppet minuets along
the crumbling jut of cobblestone. One leg
dangles from the precipice and then snaps back
as earth gives way. His mouth mimics speech;
the eyelids ease shut; the head bobs back and forth:
“My city. Water purges your intestines.
Stagnant pools lie dreamless on cathedral floors
where schools of fish reproduce like scholastic
arguments. The campaniles thud leaden
in a steamy sky. Stone on stone you`re wedded
to the livid sea. But wait. What is that
hurtling across the
The steel-edged whistle of northern climes
prepared to seal our momentary poses
into ice?” Fingers stick to tilted
chalice. Mountain goats clop across the square
to nibble at the
cypresses. They leap
convulsed into the frozen air. Can salvation
be far behind?
Salvezza
Un
burattino d’argento danza il minuetto lungo
il
bordo di un dirupo che si sgretola. Una gamba
dondola
sul precipizio e poi scatta indietro
mentre
la terra frana. La sua bocca mima un discorso;
calano
le palpebre; la testa ciondola avanti e indietro:
“Mia
città. L’acqua purifica il tuo interno.
Pozze
stagnanti si adagiano senza sogni su impiantiti da cattedrale
dove
banchi di pesci si riproducono come discussioni
scolastiche.
Plumbei campanili fanno un rumore sordo
nel
cielo che esala vapore. Pietra su pietra sei unita
al
mare livido. Ma aspetta. Cos’è che
si
precipita attraverso le Alpi verso di noi?
Il
sibilo d’acciaio tagliente dei paesi del nord
pronto
a suggellare nel ghiaccio le nostre
effimere
pose?” Dita aderiscono al calice
inclinato.
Capre di montagna zoccolano attraverso la piazza
per
mordicchiare i cipressi. Saltano
agitate
nell’aria gelida. Può la salvezza
essere
ancora lontana?
1 dicembre 2007