Our Women, Our Writers
Licia Canton*
(segue sotto la versione italiana del testo)
Over the past few years I have managed a booth of
iterary publications at
According
to the 2001 Census, 4.30% of
Perhaps
because of their single-mindedness to succeed materially, the majority of
Italian Canadians has been less attentive to the creative energy of its
community. This is not to say that Italian Canadians are not interested in the arts
but, sadly, they tend to value the artistic works originating in
Beyond
our history of emigration, there is our artistic and literary contribution to
Italian
Canadians have played a major role on the Canadian literary scene even though
their body of literature is relatively new. In 1978, Pier Giorgio De Cicco's
landmark anthology Roman Candles gave
visibility to Italian-Canadian writers by bringing them together within one
volume. And so was born the field of Italian-Canadian literature!
Canadians
of Italian origin have influenced the evolution of literature and literary
criticism in
Within the
literary corpus of Italian Canadian literature, however, women’s writing has
been less visible and has evolved at a slower pace than that of their male
counterparts. Of the seventeen contributors to Roman Candles, for instance, only two are women: Mary di Michele
and Mary Melfi. In 1996, Canadian literary critic and scholar Smaro Kamboureli
published an important anthology titled Making
a Difference: Canadian Minority Writing; she included the works of five
Italian Canadians but only one is a woman – Mary di Michele. In the 1990s,
however, there were many more Italian Canadian women writing and publishing
their creative works as evidenced in The
Anthology of Italian-Canadian Writing (1998): twenty-two of the fifty
contributors are women. Whereas works by only five women appeared in Italian Canadian Voices in 1984, editor
Caroline Morgan Di Giovanni has added writing by other women – including
Darlene Madott and Isabella Colalillo-Katz – to her updated forthcoming
edition. “Darlene Madott’s first stories came out just a few months after the
first Voices so she was not included
then, but I wanted to be sure to have one of her new stories this time” (Canton
March 25, 2006).
Antonio D’Alfonso,
one of our early literary activists, suggests that the “selfishness of male
writers” who “kept everything to themselves” is partially responsible for the
slower progression of our community’s women within the literary sphere. “This
is no longer the case,” he says, “Italian women born or living in
Despite
their slower progression, women have undeniably played an important role in
bringing the Italian Canadian creative expression to the foreground. The works
by Elena Randaccio and Maria Ardizzi discussed in Monica Stellin’s essay
“Pioneer Women in Italian-Canadian Literature,” were followed by the now better
known works by Caterina Edwards, Gianna Patriarca, Fiorella De Luca Calce,
Lilian Welch, di Michele and Melfi. Some women writers have become better known
in the last ten years even though they’ve been writing for longer. These
include Lisa Carducci and Elettra Bedon (in Italian); Bianca Zagolin, Carole
David, Rita Amabili-Rivet (in French); Genni Gunn and Darlene Madott (in
English). These very prolific women, as well as many others, have an audience
outside the Italian Canadian community as well as within. Over the last few
years there has been a visible increase in authored books by Italian Canadian
women. Some of the recent titles include Bedon’s Yoshua (2005) and L’évangile
en tableaux (2005), Amabili-Rivet’s Guido
(2004), Zagolin’s L’année sauvage
(2006), David’s Histoires Saintes
(2001), Terra vecchia (2005) and Unholy Stories (2005), Madott’s Joy, Joy Why Do I Sing (2004), di
Michele’s Tenor of Love (2005),
Patriarca’s Invisible Woman (2003)
and What My Arms Can Carry (2005) and
Gunn’s Hungers (2002). Books by new
writers include Sonia Di Placido’s Vulva
Magic (2004) and Sonia D’Agostino’s Breathing
Ashes (2004).
It is
essential for our women, who have not yet done so, to take their literary
production to the next level by publishing their work in book form. Short-story
writer Delia De Santis, for instance, has published vastly in magazines and
anthologies. With twenty-five published stories to her credit, the crucial next
step is to collect these and publish a book.
Founder
and editor of Guernica Editions, Antonio D’Alfonso makes a very important distinction
between publishing in magazines and publishing books: “Magazines are for
announcing upcoming books and for reviews of what has been done. Magazines are
fine, but books are what remain. Books are the centre. If there are no books,
there is no corpus” (
Le nostre donne
scrittrici
Licia Canton
(traduzione di Egidio Marchese)
Negli ultimi anni ho organizzato una mostra di pubblicazioni letterarie
alla Settimana Italiana di Montreal. Poche persone vanno a un “festival” per
vedere libri o riviste; piuttosto preferiscono assistere alle sfilate di moda o
a spettacoli di musica in diretta. Alcuni mi hanno detto apertamente che gli
italocanadesi non leggono. Direi invece che forse non molti leggono i loro
propri scrittori. Infatti, molti degli italocanadesi che hanno visitato il
chiosco non sapevano che la comunità avesse il proprio corpus di letteratura;
altri non distinguevano tra scrittori italiani e scrittori italiani canadesi.
Non avevano sentito parlare di Caterina Edwards, Carmine Starnino, Darlene Madott
o Peter Oliva. Potranno aver visto alla televisione il film Lives of the Saints, con l’attrice Sofia
Loren, ma non sapevano o ricordavano che il film era tratto dalla trilogia di
Nino Ricci.
Secondo il censimento del 2001, 4,30% della popolazione
del Canada (1,272,835 persone) hanno
dichiarato che la propria origine era italiana e 1,66% hanno affermato
che l’italiano era la loro lingua materna (Statistics Canada). Autori come
Robert Harney, Bruno Ramirez e John Zucchi hanno studiato la storia della
comunità italocanadese. L’immagine dominante degli immigrati italiani in Canada
è quella di lavoratori di scarsa educazione, che hanno lasciato la patria
afflitta dalla miseria del dopoguerra alla ricerca di un futuro migliore per i
loro figli. La prima generazione è riconosciuta molto spesso come quella di
lavoratori che hanno dato il loro contributo manuale al Canada: hanno costruito
case, grattacieli, ponti e ferrovie. Attraverso il duro lavoro e la loro determinazione,
molti immigrati hanno dato ai loro figli l’opportunità di avere successo in
aree dove era loro negata ogni possibilità di riuscire: nell’istruzione, la
medicina, la legge, il mondo degli affari e dell’arte.
Forse fu a causa dell’suointeresse ristretto a
conquistare il successo materiale, che la maggioranza degli italocanadesi ha
trascurato di prestare attenzione all’energia creativa della propria comunità.
Con questo non si vuol dire che gli italiani canadesi non siano interessati
alle espressioni artistiche, essi infatti valorizzano le opere artistiche
realizzate in Italia, ma tendono purtroppo a trascurare i loro propri artisti e
scrittori nati e cresciuti in Canada. Secondo la studiosa di storia dell’arte
Anna Carlevaris, gli italiani canadesi “debbono valorizzare gli artisti locali,
non solo quelli dell’Italia, non solo i noti ‘maestri’ come Da Vinci e
Michelangiolo, ma anche i nuovi e controversi artisti” (Carlevaris 2003).
Nella nostra storia dell’emigrazione, c’è anche il
nostro contributo artistico e letterario al Canada. Perseguire una carriera
professionale di scrittore o artista è una sfida in sé e ancor più in seno alla
propria comunità italocanadese. Certamente, gli studiosi di storia e i critici
letterari dovranno darsi più da fare a mettere in enfasi il valore dei lavori
degli scrittori e artisti italocanadesi. Allo stesso tempo l’attitudine della
comunità italocanadese si dovrà evolvere: dovrà esserci nei confronti dei
propri artisti e scrittori lo stesso orgoglio che c’è per gli uomini d’affari,
dottori, avvocati, commercialisti e professori. Le nostre opere creative
riflettono la nostra comunità e forniscono una spassionata descrizione di chi
siamo: forniscono la percezione interiore delle nostre emozioni e insieme dei
nostri interessi e delle nostre aspirazioni come popolo. Gli immigrati del
dopoguerra, i loro figli e nipoti hanno creato una nuova cultura – un ponte tra
l’Italia e il Canada, e un loro contributo ad ogni aspetto della vita canadese.
Gli italocanadesi hanno contribuito in modo particolare alla formazione della
letteratura canadese.
Gli italocanadesi hanno giocato un ruolo principale
nella scena letteraria canadese anche se il loro corpo di letteratura è
relativamente nuovo. Nel 1978 la pietra miliare dell’antologia Roman Candles
di Pier Giorgio De Cicco mise in luce gli scrittori italiani canadesi,
raggruppati insieme in un volume. E così nacque il campo della letteratura
italocanadese!
Canadesi di origine italiana hanno
influenzato lo sviluppo della letteratura e della critica letteraria in Canada.
Dal 1978 al 2006 è stata in particolare l’uscita di specifiche raccolte,
antologie e studi critici – molti in inglese, ma anche in francese e in italiano
– che ha dato un impatto rilevante alle voci letterarie della nostra comunità.
Menzioniamo i seguenti titoli: La Poesia
italiana nel Quebec (1983) di Tonino Caticchio; Quêtes: Textes d’auteurs italo-québécois (1983) di Antonio
D’Alfonso e Fulvio Caccia; Italian
Canadian Voices (1984) di Caroline Morgan Di Giovanni; Ricordi: Things Remembered (1989) di C.D. Minni e dello stesso
Minni con Anna Foschi Ciampolini Writers
in Transition (1990); Contrasts:
Comparative Essays on Italian-Canadian Writing (1991) e Echo: Essays on Other Literatures (1994)
di Joseph Pivato; Social Pluralism and
Literary History (1996) di Francesco Loriggio; Ancient Memories/Modern Identities (1998) di Filippo Salvatore; The Anthology of Italian-Canadian Writing
(1998) di Joseph Pivato; Pillars of Lace:
The Anthology of Italian-Canadian Women Writers (1998) e The Many Faces of Woman (2001) di Marisa
De Franceschi; The Dynamics of Cultural
Exchange (2002) di Licia Canton; Sweet
Lemons (2004) di Venera Fazio e Delia De Santis e con Canton, Writing Beyond History: An Anthology of
Poetry and Prose (2006). Un certo numero di riviste nazionali è concentrato
su temi di natura artistica e intellettuale, costituendo così un forum per i
nostri scrittori: Vice Versa
(1983-1997), Eyetalian (1993-1998) e Accenti, The Canadian Magazine with an
Italian Accent (dal 2002).
Entro il corpus di letteratura
italiana canadese le donne scrittrici, comunque, hanno avuto minore rilievo e
si sono evolute più lentamente rispetto alla controparte maschile. Dei diciassetti
collaboratori di Roman Candles, per esempio, solo due erano donne: Mary
di Michele e Mary Melfi. Nel 1996 la studiosa di letteratura canadese Smaro
Kamboureli pubblicò l’importante antologia intitolata Making a Difference: Canadian Minority Writing,
dove incluse gli scritti di cinque
italocanadesi, di cui solo una era donna: Mary di Michele. Negli anni 1990,
comunque, ci furono molte più scrittrici italocanadesi a pubblicare opere di
scrittura creativa, come appare in The
Anthology of Italian-Canadian Writing (1998), dove ventidue dei cinquanta
collaboratori sono donne. Mentre in Italian
Canadian Voices del 1984 erano apparsi i contributi di solo cinque donne,
nella nuova edizione di prossima pubblicazione la curatrice Caroline Morgan Di
Giovanni ha aggiunto lavori di altre donne – incluse Darlene Madott e Isabella
Colalillo-Katz, precisando: “I primi racconti di Darlene Madott apparvero
alcuni mesi prima di Voices, perciò non fu inclusa, ma voglio essere
sicura di avere uno dei suoi racconti questa volta.” (Canton March 25, 2006).
Antonio D’Alfonso, uno dei nostri primi attivisti
letterari, afferma che fu “l’egoismo maschile degli scrittori [che] tengono
tutto per sé” a essere parzialmente responsabile del lento progresso delle
donne della nostra comunità nella sfera letteraria. “Non è più così,” dice, “le
donne italiane che sono nate e vivono in Canada e nel Quebec sono protagoniste
in gran parte di ciò che la nostra comunità ha da offrire proprio adesso. ...
Allo stesso modo di come le prime generazioni di uomini scrittori cercarono di
collegarsi in un gruppo di intellettuali, così deve succedere con le donne.
Infatti, ad essere schietto direi che è precisamente dove gli uomini hanno
fallito come scrittori che le donne eccelleranno” (Canton March 19, 2006).
Nonostante il loro lento progredire, le donne hanno
innegabilmente giocato un ruolo importante nel portare avanti l’espressione
creativa italocanadese. Alle opere di Elena Randaccio e Maria Ardizzi -
esaminate nel saggio di Monica Stellin “Pioneer Women in Italian-Canadian
Literature,” – si aggiungono oggi le note opere di Caterina Edwards, Gianna
Patriarca, Fiorella De Luca Calce, Lilian Welch, di Michele e Melfi. Alcune
scrittrici sono meglio conosciute negli ultimi dieci anni, anche se hanno scritto
da più lungo tempo. Menzioniamo Lisa Carducci and Elettra Bedon (che scrivono
in italiano); Bianca Zagolin, Carole David, Rita Amabili-Rivet (in francese);
Genni Gunn e Darlene Madott (in inglese). Queste donne molto prolifiche, come
pure tante altre, hanno un seguito di
lettori sia entro la comunità italocanadese che al di fuori. Negli ultimi anni
c’è stato un notevole aumento di libri scritti da donne italocanadesi. Alcuni dei recenti titoli sono: Yoshua (2005) e L’évangile en tableaux (2005) di Bedon; Guido (2004) di Amabili-Rivet; L’année
sauvage (2006) di Zagolin; Histoires
Saintes (2001), Terra vecchia
(2005) e Unholy Stories (2005) di
David; Joy, Joy Why Do I Sing (2004)
di Madott; Tenor of Love (2005) di Di
Michele; Invisible Woman (2003) e What My Arms Can Carry (2005) di
Patriarca; e Hungers (2002) di Gunn.
Fra i libri di nuovi autori menzioniamo quello di Sonia Di Placido Vulva Magic (2004), e di Sonia
D’Agostino Breathing Ashes (2004).
È essenziale che le nostre donne - se non lo abbiano
già fatto - portino le loro opere letterarie scritte al successivo livello
della pubblicazione nella forma di libri. Una scrittrice di racconti come Delia
De Santis, per esempio, ha pubblicato ampiamente in riviste e antologie. Con
trenta racconti a suo credito, il prossimo passo cruciale è quello di mettere
insieme questi lavori e pubblicarli in un libro.
Il fondatore e editore di Guernica
Editions, Antonio D’Alfonso, fa una distinzione molto importante tra riviste e
libri pubblicati. “Le riviste servono ad annunciare i prossimi libri e
recensire quello ch’è stato fatto. Le riviste sono importanti, ma quello che
resta sono i libri. I libri sono il centro. Se non ci sono libri, non c’è un
corpus.” Va da sé che questi libri debbono essere recensiti e Joseph Pivato
insiste a dire: “Accademici e studiosi debbono pubblicare più articoli sugli
scrittori italiani-canadesi sia in riviste canadesi che in riviste
internazionali” (Canton March 29, 2006). Per dare una maggiore rilevanza agli
scrittori italocanadesi, sia donne che uomini, “abbiamo bisogno di più sostegno
da parte di accademici che insegnano letteratura italiana e canadese. Essi
debbono inserire alcuni di questi scrittori nei corsi dei collegi e università,
affinché gli studenti vengano a conoscenza di questi autori e delle loro opere
... La fiducia nell’istruzione è quel che farà diffondere la conoscenza di
questi scrittore in una più vasta comunità. (
WORKS CITED / OPERE CITATE
_____. “A Conversation with Caroline Morgan Di Giovanni.” Unpublished interview.
Carlevaris,
Anna. “Young Artists' Interpretations of the Immigrant Experience.”
presentation at Casa D’Italia,
Carlevaris, Anna and Licia Canton, eds. Rebus: Artists and Writers in Dialogue. Ottawa: BuschekBooks, forthcoming.
De Cicco, Pier Giorgio, ed. Roman Candles. Toronto: Hounslow, 1978.
De Franceschi, Marisa. ed. Pillars of Lace: The Anthology of Italian-Canadian
Women Writers.
_____. The Many Faces of Woman.
Hancock,
Geoff, ed. Pure Fiction.
Kamboureli,
Smaro, ed. Making a Difference:
Canadian Minority Writing.
Minni, C.
Dino, ed. Ricordi/Things Remembered,
Statistics
Stellin, Monica. “Pioneer Women in Italian-Canadian Literature,” in Pillars of Lace: The Anthology of
Italian-Canadian Women Writers. Edited by Marisa De Franceschi. Toronto: Guernica Editions,
1998.
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* Licia Canton, nata a Cavarzere (Venezia), è arrivata a Montreal nel 1967. Ha studiato
all'Università McGill (BA, MA), poi ha completato un dottorato di ricerca (PhD)
in letteratura canadese all'Université de Montréal. Da oltre dieci anni si
occupa di letteratura delle minoranze canadesi ed in particolare di quella
italo-canadese. È stata relatrice a numerose conferenze e ha pubblicato vari
articoli, oltre ad aver curato cinque libri: The Dynamics of Cultural
Exchange: Creative and Critical Works, Adjacencies:
Canadian Minority Writing (con D. Beneventi & L. Moyes), Writing
Beyond History (con De Santis & Fazio), Rebus: Artists and Poets in Correspondence (con Anna Carlevaris) e Antonio D'Alfonso: Essays on His Works.
Dal 1998 al 2002 è stata parte dell'esecutivo dell'Associazione
Scrittori/Scrittrici Italo-Canadesi, prima come responsabile del Bollettino e poi
come vicepresidente. Ora sta preparando la pubblicazione di un libro dei suoi
racconti intitolato The Butcher’s
Daughter ed è direttrice della nuova rivista nazionale in lingua inglese,
“ACCENTI: The Canadian Magazine with an Italian Accent.” See: www.accenti.ca
1 agosto 2006
LETTERATURA CANADESE E ALTRE CULTURE