JOSEPH PIVATO
Joseph Pivato was born in
L |
ike many Italians around the world I have a love-hate relationship with
My family came to
Only after we settled in
Since we grew up in
What can we say about the peculiar
political values and practices in
Along with significant political
reform, one of the systems that needs drastic reform
in
The Cambridge-educated academic,
Domenic Pacitti, is the world’s leading expert on
Italian corruption and writes for a number of English and Italian papers. He
edits the human rights journal, JUST Response, which regularly exposes
cases of grave injustice in the Italian educational system (see www.justresponse.net).
One issue relates the case of Italian Canadian graduate student, David Aliaga, who in 1991 was literally cheated out of his Ph.D.
from the
The result of this unfair system is
that for decades young scientists and researchers have been leaving Italy to
work in other countries where they know that support and funding for their work
is based on objective evaluation and merit rather than cronyism. Writing in The
Scientist (August 2003), Philip Hunter reports that the brain drain has
worsened steadily in the 1990s and includes the top scientists with leading
edge expertise. We must ask how there
can be true critical research and objective investigation in a closed system of
favouritism .
Can Italy afford to lose this research and development?
The system of connections extends to
everyday life. Does someone in an extended family need a job? Somebody in the family will have to know the
right people to get it. When there is no real open competition for a position,
how do we know if the best qualified person gets the job? How do you evaluate
earned qualifications, training, skills or hard work in a system based on
nepotism, cronyism or favoritism? And when there is little mobility, what
incentive is there to do the best work?
These systemic problems are
producing a gradual but noticeable decline in the quality of life in Italy:
air, water and soil pollution, traffic congestion, noise, crowding and waste
management. Governments seem incapable of dealing with these problems effectively.
Is this due to political corruption, lack of know-how or civic indifference?
I have images of narrow city streets
decorated with dog droppings which pedestrians must navigate. I have seen
country roads distributed with prostitutes, whom people pretend not to see. And
garbage illegally dumped in fields which some pretend not to smell. Beaches are spoiled with industrial
pollution. Is the dominant Italian philosophy ma chi se ne
frega (who cares)?
The general decline of Italian culture
is epitomized in their TV programming. Italian TV is ugly and, worse, it is
unoriginal in every way. RAI and the other stations produce parodies of the
worst American TV shows: pseudo Las Vegas dance numbers, bimbos acting mindless
on stage, imitation game shows redundant with meaningless activities, dubbed
old American shows, and Brazilian soap operas. Italian popular music is
sounding more and more like a poor imitation of the worst American popular
music which is a poor imitation of itself. What is Italian rap music? Where are
the original Italian films on TV? Where is the authentic sound of Italian
music? Is there any New Music in Italy? In Canada we have seen original Italian
films in the past two decades which are openly critical of contemporary Italian
society. There is Mediterraneo which
suggests that escape from Italy is preferable to the hopeless status quo. Gianni Amelio’s Il
Ladro di Bambini and
his later film, L’America, focus on
systemic corruption and indifference.
Even the nostalgic Cinema Paradiso and
the idyllic Il Postino identify a dark
underside in Italian society.
While these films engage us in a
critique of Italian society, the same is not true of Italian mass media. The
late Indro Montanelli was one
of the few journalists dedicated to truth and justice, and was a constant
scourge to politicians and academics. We sense a political fatigue among
Italian intellectuals. And we must ask: is everyone in a position of importance
complicit in the system of connections?
We must remember that the present
Italian Prime Minister, Silvio Berlusconi, is a mass
media baron whose companies control TV networks, newspapers and publishing
companies among other businesses. Do we attribute the decline in Italy’s TV programming
to him? Many Italians democratically
elected his right-wing party to power, so they share the responsibility for
what is happening in Italy.
My grandfather, who was working as a
stonemason in Ontario, returned to Italy to fight in World War I along with
hundreds of other patriots. My father fought in World War II. They risked their
lives for what they naively believed would be a better, more open Italian
society. But we do not find a just society in the Italian peninsula today. Like
other former Italians, there are many things that I like about the old country.
I will continue to value my Italian culture and language. I will occasionally
take a trip to Italy, and every time I will be reminded that I am lucky my
parents decided to come to Canada.
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(Versione italiana del testo)
JOSEPH PIVATO
Joseph
Pivato è nato in Italia e cresciuto a Toronto. Ha conseguito la
laurea Ph.D. in Letteratura comparata all’Università di Alberta, e insegna
letteratura e materie culturali alla Athabasca University. Il suo interesse di
ricerca sono gli scritti Italocanadesi ed è stato conferenziere di rilievo in Wollongong,
Australia, e Udine, Italy. In aggiunta
a molti articoli, ha pubblicato i seguenti libri con Guernica Editions: F. G. Paci: Essays on His Works (2003), Caterina
Edwards: Essays on Her Works (2000), The Anthology of Italian-Canadian Writing
(1998), Echo: Essays on Other Literatures (1994), and Contrasts: Comparative
Essays on Italian-Canadian Writing (1985).
(traduzione
di Elettra Bedon)
nessuno@videotron.ca www.aicw.ca/membership.htm
C |
ome molti italiani nel mondo ho
con l’Italia un rapporto di amore-odio. Sono nato in Italia e mi sono sempre considerato
fortunato di essere cresciuto nella lingua e nella cultura italiana. Sono
orgoglioso di condividere la gloria riflessa dei grandi artisti, musicisti,
scrittori, santi, scienziati e inventori italiani, ma non mi piace essere
associato, in modi diversi, con l’immagine negativa degli italiani. Ciò
comprende le storie del crimine organizzato così popolari nei media americani
(vedi L’Orfano, Accenti, marzo\
aprile 2003) e i servizi su fatti di corruzione politica in Italia così
comuni sui giornali, compresi quelli pubblicati in Italia.
La mia famiglia
arrivò in Canada nel 1952. Ci lasciammo dietro un’Italia che lottava contro le
distruzioni e la povertà del dopoguerra. Eravamo contenti di andare in
“America” con la sua ricca diversità e le sue molte occasioni. Come molti altri
emigranti, sentivamo anche che la nostra partenza stava aiutando l’Italia, poiché non eravamo più un
peso riguardo ai pochi posti di lavoro, ai servizi
sociali e alle risorse della terra. Lentamente cominciammo a essere “canadesizzati”.
Solo dopo
esserci sistemati in Canada ci rendemmo conto che ci eravamo lasciati dietro
altri problemi italiani: una burocrazia bizantina, una pubblica istruzione con
finanziamenti insufficienti, un sistema di tassazione
complicato, possibilità di impiego e di promozioni basate su raccomandazioni, e
una mancanza generalizzata di
responsabilità civica. Ogni volta che andiamo in Italia ci tornano in mente
questi sistemi e valori sociali diversi; molti emigrati italiani hanno
nostalgia della patria, delle loro famiglie, delle loro cittadine natali, della
bellezza dei panorami, ma non di questi sistemi arcani.
Poiché siamo
cresciuti in Canada, una delle differenze che notiamo in Italia è
l’atteggiamento nei confronti del pagare le tasse. La vita in Italia è
complicata da tasse applicate a molte merci e transazioni, e molti italiani
hanno trovato modi per non pagarle. Il ricorso al baratto ne è un esempio.
Evadere le tasse è illegale ma è molto comune, al punto che quasi tutti sono
complici in questa economia parallela. Alcuni lo razionalizzano dichiarando che
il sistema politico è corrotto e loro non vogliono sostenerlo con i soldi delle
tasse. Gli italiani spesso si stringono nelle spalle
con disperata rassegnazione. Il contrasto con la nostra esperienza
nordamericana ci fa apprezzare la dirittura canadese.
Che cosa si può
dire dei valori tipici e degli intrighi in Italia? Per
due decenni abbiamo letto di tangentopoli,
di primi ministri e di altri dirigenti di alto rango che hanno approfittato
della loro carica per commettere dei crimini. Abbiamo letto di giudici e di
pubblici ministeri assassinati. Sentiamo parlare di partiti politici
interessati solo a se stessi, come la Lega del nord, che vuole separare il nord
dal resto dell’Italia e che predica politiche razziste nei confronti delle
minoranze e degli immigrati in Italia. Come immigranti in Nordamerica che hanno sofferto di un certo tipo di
discriminazione, facciamo fatica a conciliare i nostri valori di società aperta con la nuova legislazione
della “Fortezza Europa” che è stata definita a Roma (vedi Truglia, Accenti, luglio\agosto 2003).
Insieme ad
altre significative riforme politiche, uno dei sistemi che abbisogna di
drastica riforma in Italia è quello della pubblica istruzione. Il sistema
universitario è nazionale, controllato dai burocrati di Roma. Esso è
pesantemente sottofinanziato e male organizzato. In
Nordamerica gli incarichi universitari sono basati sulla concorrenza, e le
promozioni sui risultati e sul merito. In Italia entrambi sono basati
principalmente sulle raccomandazioni di accademici di maggiore anzianità o di persone in posizione
di potere. Ciò significa che spesso le persone meglio addestrate, più
produttive o creative non sono quelle cui si dà riconoscimento con incarichi, o
vengono ricompensate con promozioni; i raccomandati, o coloro che hanno legami
familiari, sono preferiti ad altri che potrebbero avere merito maggiore.
Domenic
Pacitti, l’accademico che ha studiato a Cambridge, è
l’esperto mondiale sulla corruzione italiana, e scrive per numerosi giornali
inglesi e italiani. Cura un periodico sui diritti umani, JUST Response, che regolarmente cita casi di gravi ingiustizie nel
sistema italiano della pubblica istruzione (vedi www.justresponse.net) . Un numero cita
il caso di uno studente italocanadese, David Aliaga, che nel 1991 fu
letteralmente privato con l’inganno del suo Dottorato di ricerca presso
l’Università della Calabria, con ciò che ha indicato come “burocrazia,
inefficienza e corruzione nel sistema accademico italiano”. I dodici anni di
appelli di Aliaga hanno trovato orecchie indifferenti nel ministero italiano
per le università, a Roma.
Il risultato di
questo sistema ingiusto è che per decenni scienziati e ricercatori hanno
lasciato l’Italia per lavorare in altri paesi dove sanno che l’aiuto anche
economico per il loro lavoro è basato su una valutazione obiettiva e sul merito
piuttosto che sul favoritismo. Scrivendo su The Scientist (agosto 2003), Philip
Hunter riporta che la fuga dei cervelli è peggiorata in modo continuo negli
anni 1990 e comprende gli scienziati all’apice della loro carriera con abilità
innovative. Dobbiamo chiederci come possa esserci vera ricerca critica e
investigazione obiettiva in un sistema chiuso di “favoritismo”. Può l’Italia permettersi di perdere la ricerca e
lo sviluppo?
Il sistema
delle raccomandazioni si estende alla vita di tutti i giorni. Qualcuno della
famiglia allargata ha bisogno di un posto di lavoro? Qualcun altro della
famiglia dovrà conoscere la persona giusta per ottenerlo. Quando non c’è vera
concorrenza per ottenere un posto, come si fa a sapere se è la persona più
qualificata a ottenerlo? Come si possono valutare qualifiche guadagnate,
addestramento, abilità o capacità di lavorare duramente in un sistema basato
sul nepotismo, sul favoritismo? E quando c’è poca
possibilità di promozioni, che incentivo c’è per lavorare meglio?
Questi problemi
stanno producendo un graduale ma visibile declino della qualità di vita in
Italia: inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, congestione del
traffico, rumore, gestione dell’affollamento e dei rifiuti. I governi sembrano incapaci di trattare questi problemi in modo efficace; a causa
della corruzione politica, del non sapere che cosa fare, o dell’ indifferenza?
Ho visto
strette strade cittadine decorate con escrementi di cani tra i quali la gente
deve passare. Ho visto strade di campagna cosparse di
prostitute, che la gente fa finta di non vedere. E immondizie gettate nei
campi, di cui si fa finta di non sentire il cattivo odore. Le spiagge sono
rovinate dall’inquinamento industriale. La filosofia italiana dominante è
dunque ma chi se ne frega?
Il generale
declino della cultura italiana è esemplificato dai programmi TV. La TV italiana
è brutta e, peggio, è del tutto non originale. La RAI e altre emittenti
producono parodie delle peggiori serie televisive americane: finti spettacoli
di danza di Las Vegas, “bimbos” che recitano da
idioti, imitazioni di spettacoli ridondanti di attività senza senso, vecchi
spettacoli americani doppiati, e “soap operas” brasiliane. La musica popolare
italiana assomiglia sempre di più a una misera imitazione della peggiore musica
popolare americana, che è una misera imitazione di se stessa. Dov’è una musica
“rap” italiana? Dove sono i film italiani in TV? Dov’è il suono autentico della
musica italiana? Esiste una “New Music” in Italia? In Canada abbiamo visto,
negli ultimi due decenni, film italiani apertamente critici della società
italiana contemporanea. C’è Mediterraneo,
che suggerisce che fuggire dall’Italia è preferibile allo status quo senza
speranza. Il ladro di bambini di
Gianni Amelio, e il suo ultimo film, L’America,
si concentrano sulla corruzione e sull’indifferenza diventati sistema. Persino
il nostalgico Cinema Paradiso e
l’idillico Il postino mettono in
evidenza un lato oscuro della società italiana.
Mentre questi
film ci impegnano in una critica della società
italiana, lo stesso non si può dire dei
mezzi di comunicazione di massa italiani. Il defunto Indro Montanelli è stato
uno dei pochi giornalisti votati alla verità e alla giustizia, ed è stato una
sferza continua per politici e accademici. Si percepisce un affaticamento
relativo alla politica tra gli intellettuali italiani. E dobbiamo chiederci:
chiunque sia in posizione di potere è complice del sistema delle
raccomandazioni?
Bisogna
ricordare che l’ex primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, è un magnate delle comunicazioni di massa; le sue società controllano
reti TV, giornali e case editrici, insieme ad altre imprese. Si deve attribuire
a lui il declino dei programmi TV italiani? Molti italiani hanno eletto
democraticamente al potere il suo partito di destra, e quindi condividono la
responsabilità di ciò che sta accadendo in Italia.
Mio nonno, che ha
lavorato come muratore in Ontario, tornò in Italia
per combattere nella prima guerra mondiale insieme a centinaia di altri
patrioti. Mio padre ha combattuto nella seconda guerra mondiale. Rischiarono la
vita per ciò che ingenuamente credevano sarebbe stata una società italiana
migliore, più aperta. Ma oggi non vediamo nella penisola italiana una società
giusta. Come altri italiani di origine, ci sono molte cose che mi piacciono
della mia terra originaria; continuerò ad apprezzare la cultura italiana, la lingua. Ci saranno
occasioni di fare viaggi in Italia, e ogni volta mi dirò che sono fortunato che
i miei genitori abbiano deciso di venire in Canada.
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* The article
“Nice Place to Visit, But…” has been published in Writing Beyond History
(Cusmano 2006) pp.66-70 and
is online in Bibliosofia by kind permission of the
author and the editor.
/ L’articolo “Nice Place to Visit, but…”
è stato pubblicato in Writing Beyond History (Cusmano 2006) pp.66-70 ed
è online in Bibliosofia per gentile permesso dell’autore e dell’editore.
1
marzo 2007
LETTERATURA CANADESE E ALTRE
CULTURE